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Le comunichiamo che...

...quando la cassa integrazione diventa tutta al ridere

... “I giovani italiani che fanno le valigie dopo la laurea sono sempre di più”.
E qui dipende dove stai facendo le valigie. Se ti trovi sotto la linea del Tevere allora la valigia la fa la mamma. Lei non si fida di te. Ha paura che il viaggio e la lontananza da casa ti possano sciupare (traduzione per quelli nati sopra la linea del Po - far dimagrire). Allora nelle valigie ti ritrovi pasta, pomodori pelati in scatola, sale, zucchero, impepata di cozze, il peperoncino di Soverato, la nduja, il casatiello (anche se è ferragosto). Esci di casa con 4 valigie e due zaini. Sembra che l’intera famiglia si stia trasferendo altrove. I terroristi in aeroporto ti guardano preoccupati. E all’imbarco si presenta l’intera famiglia che cerca di forzare la zona del controllo bagagli  per accompagnarti fino al tuo posto in aereo. ...​ [continua]

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Basta con le solite lagne, io sono un cassaintegrato modello non mi lamento, sorrido e scrivo libri per ridere del mio status

 

 
“Sono un cassaintegrato. Un rifiuto differenziato del sistema industriale italiano. Uno dei pochi scarti di lavorazione che le industrie non affidano alla camorra o alla mafia per essere smaltito illegalmente”.
Se state pensando che questo sia il solito libro noioso sul dramma delle persone che non riescono ad arrivare a fine mese, persone disperate, falciate dalla crisi economica, vi sbagliate. Quando mi hanno mandato in cassa integrazione ho deciso di scrivere un libro per riderci sopra, per analizzare il lato comico della vicenda, dalla sua nascita alla sua definizione. Così nei miei primi 18 giorni di “sospensione da lavoro”, insieme all’espletamento di tutte le pratiche burocratiche necessarie per ufficializzare il mio nuovo status lavorativo, ho scritto “Le comunichiamo che… Avventure tragicomiche di un cassaintegrato”.
“In azienda abbiamo ancora i Commodore 64. Effettivamente un corso di aggiornamento sui sistemi informatici mi servirebbe visto che accendiamo il Pc ancora sfregando due pietre tra loro”.
Questa appena descritta è una delle tante cose che ti vengono in mente quando scopri che per poter ricevere il tuo “stipendio” da cassaintegrato devi seguire dei corsi di formazione su percorsi scelti dall’azienda. Spesso si tratta di argomenti che nulla hanno a che fare col lavoro che fai e con la situazione aziendale che c’è. Uno di questi corsi è il solito “Sviluppo competenze area informatica”. Chi non si è mai imbattuto direttamente o indirettamente in un corso del genere? La prima immagine che ti viene in mente è quella dei polverosi e malandati Pc aziendali, con dissipatori che fanno vibrare la tua postazione quando entrano in azione e con schermi che traballano.
“Le comunichiamo che… Avventure tragicomiche di un cassaintegrato” cerca di cogliere tutti i paradossi con cui si scontra quotidianamente un cassaintegrato. Uno scritto che si legge in poche ore. Da sfogliare in bagno, durante una seduta di particolare difficoltà, o tra un pasto e l’altro, in una noiosa domenica di pioggia, o accompagnarvi in treno durante il vostro pendolarismo. Un libro che consiglio ai cassaintegrati o a chi è stato un cassintegrato negli ultimi anni (nel solo 2012 sono stati 1.004.688 i lavoratori messi in cassa integrazione), ma anche a chi vuole passare qualche ora spensierata adottando il pensiero di un cassaintegrato. Se alla fine non vi sarà piaciuto, prendetevela con chi mi ha messo in cassa integrazione. Senza questa esperienza non avrei mai pensato di scrivere queste 100 pagine.
Per sapere "dove acquistare" il libro vai nell'apposita sezione

Giuseppe Di Somma

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